Pregiudizi sulla psicoterapia

Pregiudizi sulla psicoterapia

Frequentemente, le persone, pur non riconoscendolo, hanno paura di chiedere aiuto a uno psicoterapeuta, anche perché non sanno in che cosa consiste il suo lavoro. Per questo motivo, ci sono tanti pregiudizi sugli psicoterapeuti e sulla psicoterapia. I più comuni sono quelli di seguito indicati.

SOLO I MATTI, I DEBOLI E LE PERSONE SENZA AMICI VANNO DAL TERAPEUTA
Chi ha il coraggio di chiedere aiuto a uno psicoterapeuta è già sulla buona strada per risolvere le sue difficoltà: le riconosce e soprattutto ne è consapevole. Con buone probabilità, chi chiede aiuto a uno psicoterapeuta ha già tentato molte soluzioni e nessuna è stata soddisfacente. Anzi, può essere che qualcuna gli abbia creato ulteriori disagi.
Di solito, chi chiede aiuto a uno psicoterapeuta ha anche degli amici che gli hanno dato dei validi consigli su come comportarsi, ma non è stato in grado di seguirli, oppure li ha seguiti, ma non ha avuto il risultato sperato.
Chi chiede aiuto a uno psicoterapeuta sa di poter sopravvivere. Ma ha voglia di vivere, pensa, cioè, di meritarsi un’esistenza migliore di quella che sta conducendo.
Chi chiede aiuto a uno psicoterapeuta, ha una grandissima risorsa: la speranza di cambiare.
Definirlo matto, debole o pensare che sia senza amici significa svalutarlo e non avere fiducia nelle sue potenzialità trasformative.

PARLARE CON UNO SCONOSCIUTO NON SERVE A NIENTE
Uno psicoterapeuta, soprattutto se svolge il suo lavoro con passione, ha un sincero interesse nei confronti del suo paziente e lavora per aiutarlo a stare meglio. Per questo motivo, non impiega tanto tempo a entrare in sintonia con lui. Il paziente, dal canto suo, non impiega tanto tempo a conoscere il suo terapeuta, benché non sappia nulla di lui. La fiducia reciproca arricchisce la loro relazione e, a differenza, di un parente o di un amico, il terapeuta non è condizionato da interessi personali o da aspetti esterni alla relazione che possono inficiarla o portarlo ad essere di parte.

I FARMACI DANNO DEI RISULTATI PIU’ IMMEDIATI E COSTANO MENO
I farmaci hanno una grandissima utilità. Possono essere necessari per affrontare momenti difficili. A lungo andare, tuttavia, creano assuefazione e dipendenza, hanno degli effetti collaterali, quasi sempre privano della capacità di sentire le emozioni e soprattutto agiscono sulle conseguenze di un problema, ma non sulle sue cause. Per fare un esempio, soffrire di depressione o di ansia e prendere gli psicofarmaci equivale ad avere un ascesso in bocca e prendere un antidolorifico. Non si sente il dolore, ma l’infezione resta. La psicoterapia, invece, agisce sull’infezione per eliminare il dolore ed evitare che si ripresenti.

GLI PSICOLOGI E GLI PSICOTERAPEUTI SONO TUTTI MATTI
Essere terapeuta è una professione, che richiede empatia, sensibilità e una profonda conoscenza dell’animo umano. Chi sceglie di esercitarla può esserne stato attratto perché ha avuto una storia di vita emotiva anche molto complessa. Tuttavia, per svolgere al meglio questo lavoro, come è richiesto da molte scuole di specializzazione in psicoterapia, dovrebbe essersi sottoposto a un approfondito lavoro psicoanalitico. E’ fondamentale per consentirgli di trasformare le sue esperienze in risorse utili per aiutare davvero chi si rivolge a lui.

LA PSICOTERAPIA PSICOANALITICA E’ MOLTO LUNGA
Intraprendere un percorso di psicoterapia è un atto di fiducia reciproco fra paziente e terapeuta. La durata di una terapia dipende dai risultati che si vogliono ottenere. Comunque sia, cambiare i comportamenti e soprattutto i modi di essere disadattivi che si hanno da una vita richiede tempo. Fare presto e bene comporta cambiamenti solo momentanei. Ogni paziente, inoltre, ha i suoi tempi e vanno rispettati. E’ per tutti questi motivi che non è possibile definire a priori quale possa essere la durata di una terapia.